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LA FINESTRA DI OVERTON

 

La “Finestra di Overton” è lo schema descrittivo di una procedura adoperata per far accettare e legalizzare una posizione prima impensabile in un contesto sociale; e, viceversa, per far divenire impensabile una posizione prima accettata e legale.

Per ogni posizione in oggetto, i gradi progressivi sono designati come: 1 Impensabile > 2 Radicale > 3 Accettabile > 4 Sensato > 5 Diffuso > 6 Legalizzato. E viceversa.

Specifiche sulla “Finestra di Overton” sono facilmente reperibili in rete.

 

In questi mesi abbiamo tutti il modo di poter vedere in azione questa procedura in riferimento alla Omeopatia.

La reale posizione di partenza è (6) che l’Omeopatia è una Medicina legale, i medicinali omeopatici sono legali, il lavoro clinico giornaliero dei medici che hanno competenza omeopatica produce salute per i pazienti. Ciò avviene in tutti i Paesi del mondo.

Ma vediamo che succede se applichiamo, in Italia, i gradi di Overton a questa posizione.

 

Il passo successivo (5) è il seguente: l’Omeopatia è una Medicina che ha una sua modesta diffusione, i medicinali omeopatici sono di seconda categoria, i medici omeopatici sanno sfruttare bene l’effetto placebo.

A livello (4) è necessario produrre una forzatura ulteriore dell’opinione pubblica: l’Omeopatia esiste ancora solo perché c’è chi ci crede, i medicinali omeopatici non hanno effetti provati, i medici omeopatici sono medici di seconda categoria.

Come insegna la procedura, NON ha alcuna importanza che queste siano menzogne, verranno reiterate nei media senza contraddittorio, verranno reclutati “opinion leaders” che le sostengano e chi si oppone verrà visto con sospetto, si produrranno pressioni intrusive verso i giornalisti e le istituzioni.

Ancora avanti (3): è inaccettabile che l’Omeopatia venga praticata nelle strutture sanitarie, è inaccettabile che i medicinali omeopatici siano venduti in farmacia, i medici dovrebbero essere dissuasi dall’occuparsi di Omeopatia. Questo è, infatti, quanto viene sostenuto negli ultimi tre mesi.

Al livello (2): l’Omeopatia è una pseudoscienza ingannatrice, i medicinali omeopatici sono inutili e pericolosi per la gente, i medici che praticano l’omeopatia sono imbroglioni. Sono parole che alcuni stanno già dicendo.

Infine (1), L’Omeopatia è illegale, i medicinali omeopatici sono illegali, i medici che la praticano devono essere radiati dai loro Ordini professionali. Si comincia a sentir parlare anche di questo.

Secondo il noto concetto della “rana bollita”: se tutto avviene con gradualità, tutto potrà essere accettato sino in fondo.

 

E’ possibile difendersi dall’azione della procedura di Overton?

Nel nostro regime democratico, le opinioni non sono perseguibili, anche se sono menzogne diffuse deliberatamente e contro l’interesse della gente. Il reato di “falso scientifico” non esiste. Parlar male di intere categorie (i medici, i pazienti) non configura un reato di calunnia. I giornalisti rispondono ovviamente alle linee editoriali decise dai proprietari dei giornali e delle reti. La TV pubblica risponde a direttive politiche.

Dovrebbero allora le istituzioni ergersi a difesa delle leggi vigenti? Questa presa di posizione, tuttavia, (secondo le regole della procedura) farebbe solo il gioco di chi manovra la finestra di Overton, che spingerebbe verso l’abrogazione di quelle leggi.

Tutto lo svolgimento, inoltre, è anche finalizzato a fomentare un clima di contrapposizione tra medici e medici, tra medici e pazienti e tra i cittadini e le istituzioni. Anzi a crearlo di sana pianta, visto che l’omeopatia è, in realtà, pacificamente integrata nel contesto sociale ed in quello delle cure ai pazienti.

Ricordiamo che il procedimento della “rana bollita” è quello che ha fatto accettare, ad esempio, le leggi razziali alla generazione che ci ha preceduto.

 

 LA PROCEDURA DI OVERTON IN AZIONE

 Alla fine del secolo scorso (venticinque anni fa) non erano stati avviati grandi investimenti per attivare la procedura di Overton al fine di screditare l’omeopatia.

In Italia, un “epistemologo ufficiale” accolto in una Commissione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici era sufficiente a tenere lontano l’argomento. Si riusciva ancora ritardare il recepimento delle direttive europee di integrazione delle Medicine Non Convenzionali. I media potevano parlare di omeopatia con abbastanza libertà e, parallelamente, i politici di ogni schieramento elaboravano vari progetti di legge che, pur non riuscendo mai ad arrivare in aula, testimoniavano un interessamento sociale riguardo questa Medicina.

 In Italia esisteva (come tuttora) uno stato di “monopolio” in campo medico: “una sola Medicina, una sola Scienza” (quelle funzionali al potere industriale-economico vigente). Ma un monopolio, se non è attivamente difeso, tende a perdere consistenza in un ambiente improntato alla libertà di pensiero.

A questo punto, comincia ad attivarsi la procedura di Overton, e non solo nel nostro Paese, poiché la “minaccia Omeopatia” è avvertita in termini globali.

 Nell’agosto del 2001, una trasmissione di Super Quark, RAI 1 in prima serata, conduce un attacco frontale all’Omeopatia, assemblando un po’ tutti i luoghi comuni disponibili contro questa Medicina. Piero Angela, responsabile del programma, viene rinviato a giudizio in ben tre processi, che si protrarranno per quattro anni. Si rivelano le forze in campo: i medici omeopati gestiscono il processo in autofinanziamento e senza appoggi mediatici. La difesa di Angela è sostenuta dallo studio legale più importante d’Italia, spalleggiato da gente come Veronesi e Montalcini e dalle più importanti testate italiane. Il processo dimostra che la trasmissione era viziata, l’imputato viene comunque assolto in primo grado, ma il pubblico ministero stesso ricorre in appello. Infine, Angela è assolto perché “il fatto non costituisce reato”: ha soltanto espresso la sua opinione. In Italia non c’è il reato di “falso scientifico” e parlar male dell’omeopatia non costituisce diffamazione.

Il processo, tuttavia, svela l’impossibilità di affrontare frontalmente la lotta all’omeopatia, occorre andarci per gradi -a questo serve, appunto, la finestra di Overton- e così è stato.

Oggi, dopo quindici anni di lento sviluppo della procedura, si recluta un opinion leader ritenuto credibile come Burioni, che scrive un libro sull’omeopatia senza sapere nulla sull’argomento. Un libro di fantasia senza riscontri scientifici, ma che viene presentato su tutti i canali mediatici con supponenza e senza contraddittorio. La gente impara a diffidare di questa Medicina come fatto normale. La sequenza di Overton è in pieno sviluppo, qualcuno si era già accorto che era già in funzione?

 

Dopo il processo Angela, la Federazione degli Ordini dei Medici aveva riconosciuto l’Omeopatia in ambito medico (2002). Ed il necessario recepimento delle normative europee aveva portato alle attuali leggi normative sulla qualificazione professionale e sul riconoscimento dei medicinali omeopatici.

Per arrivare, oggi, ad imporre Burioni all’opinione pubblica, la procedura di Overton applicata a livello globale aveva già dovuto produrre, nel corso di dieci anni, documenti “scientifici” profondamente viziati che potessero, gradualmente, giustificare un negazionismo sulla realtà dell’omeopatia. Ci sono poi stati dei fatti di cronaca giudiziaria montati ad arte. E il pregiudizio sulle pubblicazioni scientifiche in campi correlati con l’omeopatia esser divenuto ostracismo.

L’ultima escalation è recente: nel 2017 inizia in Italia una “campagna contro le fake-news” da parte di siti istituzionali, con documenti di scarso profilo contro l’omeopatia (che  a tutt’oggi sono al loro posto).

Una cordata imprenditoriale (2019) lancia addirittura una campagna pubblica per estromettere questa Medicina dalle strutture sanitarie “a difesa dei pazienti”.

Sui mass media è impossibile trasmettere qualsiasi cosa sull’omeopatia da parte competente.

I medici omeopati possono oggi (dicembre 2019) essere offesi pubblicamente e impunemente; gente simpatica come Garattini può dire che dovrebbero essere espulsi dai loro Ordini professionali, e la Federazione tace.

 

Le giustificazioni scientifiche della lotta all’omeopatia sono palesemente inconsistenti, ma questo non ha più alcuna importanza. Nelle fasi avanzate della procedura di Overton vale ormai solo il potere della suggestione pubblica.

Si può segnalare che, per altri versi, quest’anno, la FNOMCeO ha cercato di portare a conoscenza dei medici la crisi strutturale del Pensiero Unico in Medicina. E l’OMS ha indicato lo sviluppo delle Medicine Tradizionali come necessario ai Sistemi Sanitari ed ha svelato che l’Europa è in ritardo in questo processo. Ma sono parole inutili, perché non determinano alcuna eco mediatica.   

 

Il prossimo passo saranno le leggi: i politici non potranno più esimersi dal prendere atto delle intenzioni pubbliche. Non è Burioni, evidentemente, che dirige il gioco, né quella decina di front-mens abilitati a parlare alla gente.

La gente, intanto, deve continuare a non accorgersi di nulla. La temperatura dell’acqua deve crescere gradualmente, sinché la rana non sarà bollita.

Non sta succedendo nulla, pertanto. Se un medico dice che è in atto una “lotta contro l’omeopatia” è un invasato che crede nella “teoria del complotto”.

 

 LA TEORIA DEL COMPLOTTO

Bene, sveliamo qui questa “Teoria del Complotto”, che invece complotto non è affatto, perché ormai tutto avviene già alla luce del sole.

Le industrie fanno i prodotti e poi questi prodotti devono essere acquistati sul mercato, il che determina profitti alle industrie. L’industria segue l’intero processo dalla progettazione alla sperimentazione, dalla immissione in commercio sino all’acquisto da parte dell’utenza. Essa cura anche le strategie di marketing per ottimizzare la domanda pubblica di quel tipo di prodotto.

Nel caso del farmaco, l’industria che lo produce ha sviluppato uno specifico modello per la sua promozione che riscuote un innegabile successo in tutto il mondo, al punto che gli Enti governativi forniscono un contributo diretto alle ditte per la progettazione e la sperimentazione dei prodotti (la qualcosa si chiama Ricerca Scientifica), garantiscono gli standards industriali per la loro immissione in commercio e acquistano il prodotto finito al consumo (si chiamano “farmaci a carico del Sistema Sanitario”).  

Tutto ciò, nel mondo attuale, è semplicemente normale.

Può darsi che qualcuno possa avvertire un qualche senso di disagio a pensare che i farmaci e le apparecchiature da cui dipende la sua salute e talvolta la sua stessa sopravvivenza siano semplici “prodotti industriali” la cui produzione risponde a meri interessi economici. Ma lo stesso avviene con i dispositivi elettronici, l’industria della plastica, quella delle armi e perfino con l’industria agraria e alimentare. Il problema è che la pressione sociale al consumismo dei prodotti industriali (fra cui i farmaci), oltre che portare un gravissimo danno ambientale, non risponde al migliore interesse della gente.

Non c’è complotto in tutto ciò, è la realtà attuale. Ma non dev’essere espressa in modi troppo chiari.

Prendo come esempio di ciò che stiamo dicendo il post del 26.9.19 del dott. Salvo Di Grazia [1], che formalmente si configura come risposta ad un altro post pubblicato su un blog di un medico omeopata[2].  Insolitamente lungo, è per metà è occupato dalle usuali banalità riguardanti uno scambio di offese personali; i contenuti assertivi del testo invece riguardano precisamente il nostro argomento: la confutazione della cosiddetta “tesi del complotto contro l’omeopatia”.

Perché un blogger che conduce una campagna contro l’omeopatia è andato a cercarsi un innesto polemico per provare a demolire in qualche modo la tesi di un “complotto verso l’omeopatia”? Semplicemente perché la tesi è corretta e sotto gli occhi di tutti, ma non dev’essere vista, semmai ridicolizzata.

Di che si tratta? In una sua formulazione sintetica, questa tesi può essere articolata come di seguito:

1) il sistema industriale-scientifico vigente è rappresentato, in sanità, da Big Pharma, da cui la Medicina corrente dipende per la produzione e disponibilità dei farmaci, presidi diagnostici e ricerca scientifica. Esso opera in regime fattuale di monopolio statale: una sola “Medicina ufficiale” ed una sola “Scienza ufficiale” che la garantisce.

2) Questo sistema effettua una pressione costante sui sistemi sanitari statali e la popolazione per la promozione e la difesa di tale monopolio, in particolare attraverso operazioni lobbistiche, reclutamento e promozione dei ricercatori, delle università, di istituzioni ufficiali e di categoria, dei mass-media, ed attraverso la promozione di opportuni opinion leader mediatici. Più in generale, si tratta di diffondere nozioni, credenze e suggestioni nella popolazione.

3) Una parte di questa azione è rivolta all’Omeopatia, che è percepita come potenziale minaccia, in quanto portatrice di una discordante rete di significato (oltre che competitiva in riferimento ad una quota di domanda di mercato)[3]. L’Omeopatia è un modo di intendere la Medicina che disconferma molte certezze della scienza ufficiale, relativizza l’importanza dei farmaci, e, se si sviluppasse ulteriormente, modificherebbe l’allocazione delle risorse economiche e cambierebbe il peso contrattuale politico delle multinazionali chimiche. Tutte cose che non possono e non devono succedere in un regime di monopolio statale.

4) La “lotta all’Omeopatia” è condotta a vari livelli (istituzionale, scientifico, mediatico, didattico, legale, giudiziario, ecc) anche attraverso azioni coordinate internazionali e nazionali, per il tramite di circoli lobbistici e singole persone reclutate come soggetti attivi (quelli che ci “mettono la faccia”) ed altri e più numerosi soggetti conniventi.

Oggi (e finalmente) molto difficilmente la tesi della “lotta all’Omeopatia” può essere confutata, poiché la sua intensificazione attuale ha consentito di svelarne alcuni aspetti fondamentali.

Fra i fatti internazionali cito: l’affaire Shang-Lancet 2005, il documento inglese del 2010, quello australiano del 2015, quello delle Accademie Europee del 2017, i dossiers francesi nel 2019. In aggiunta: il rifiuto di pubblicare articoli scientifici potenzialmente favorevoli alle tesi omeopatiche, il ritiro di alcuni lavori scientifici favorevoli all’omeopatia, campagne di stampa che riguardano fatti giudiziari di cronaca e promozioni editoriali. Fra i fatti nazionali italiani, è significativo l’allestimento di due siti istituzionali (FNOMCeO e Istituto Superiore di Sanità) contro le fake-news, la collaborazione FNOMCeO-Cicap, la promozione di opinion leader mediatici scientisti come Burioni e Di Grazia. Quest’ultimo responsabile per l’omeopatia del “Patto Trasversale per la Scienza”, altra creazione strumentale per far pressione sull’opinione pubblica.

Io ho scritto un’analisi dei principali documenti contrari all’omeopatia usati a livello istituzionale, alla quale rimando[4].

La questione scientifica riguardo l’omeopatia dev’esser chiara: l’omeopatia è una scienza. La sua letteratura specialistica è sterminata e copre 200 anni. Gli studi scientifici pubblicati su riviste biomediche indicizzate superano i 6.000 lavori e, complessivamente, depongono positivamente per i suoi effetti. La storia dell’effetto placebo è una montatura. La Medicina Omeopatica è di uso corrente in tutto il mondo per uomini, animali e piante. I suoi medicinali sono, ufficialmente, i più sicuri che esistano. Il fatto che essa privi i pazienti delle cure convenzionali non ha alcuna base, mentre è vero il contrario: aiuta l’effetto delle terapie efficaci e ne limita l’abuso.  Inoltre favorisce un rapporto ottimale fra medico e paziente, ed aumenta la responsabilità personale. Contribuisce ad arrestare il degrado ambientale. La sua stessa esistenza relativizza il monopolio biomedico della salute e quello commerciale, ed è incompatibile col Pensiero Unico in Medicina e nella Scienza (quest’ultimo è, probabilmente, il suo peccato capitale).

 

Le basi razionali e scientifiche esibite dalla opposizione pubblica alla omeopatia non sono sufficienti a giustificare tale opposizione che, invece, è ben spiegabile in termini di interessi economici dei committenti. La deficienza sostanziale delle tesi contrarie all’Omeopatia, determina alcune caratteristiche nelle azioni agite dai personaggi reclutati, quali palese incompetenza nella materia, uso strumentale della scienza, affermazioni disoneste e incoerenti, suscitazioni emotive, ecc.

Un esempio insolitamente chiaro è fornito dalla azione dell’EASAC (Consiglio Consultivo Scientifico delle Accademie Europee), un ente lobbistico presentato invece come fosse un’autorevole istituzione pubblica. In questo caso, il razionale dell’intervento (la lotta all’omeopatia) è stato dichiarato apertamente e preventivamente. Il reclutamento di forze attive è avvenuto pubblicamente. L’operazione non ha necessitato di specifica copertura scientifica, poiché il documento è stato sostenuto d’autorità come se fosse incontestabile. La associazione stessa, pertanto, ha agito come soggetto reclutato. In particolare, 3 dei suoi 11 membri erano già prima soggetti arruolati.

Questo caso svela esemplarmente l’aspetto del tutto extra-scientifico dell’utilizzo della scienza, che scade a semplice linguaggio e modalità formale per esercitare potere.

 

Vi sono diversi documenti di dominio pubblico da cui possono trarsi le tesi aggiornate dei front-men e degli attivisti “anti-Omeopatia” che, fondamentalmente, ruotano intorno ad asserzioni standard che, in sé, non sarebbero correttamente sostenibili. Si incontra inoltre la difficoltà pressoché insormontabile nell’accedere ad un dialogo razionalmente corretto con tali autori.

Un esempio si può constatare direttamente visitando il sito del dott. Di Grazia ed il confronto che ivi ho avuto con lo stesso in questo stesso mese (novembre 2019)[5]. L’ultimo post su questo stesso sito quadratoviola.it lo riporta integralmente.

In tal modo, approdiamo alla cronaca corrente.

  

CRONACA

 La cronaca è quanto avviene giornalmente. Se la focale è sul momento attuale, tutto è versosimile, tutto somiglia ad un programma di intrattenimento ed appare come qualcosa di innocente su cui si può facilmente sorvolare. Questo è l’effetto dell’uso giudizioso della finestra di Overton.

 

Le affermazioni di Di Grazia sul suo blog saranno pure enfatiche, ma il fatto stesso che lui le possa esprimere liberamente non depone forse per un loro un fondo di ragione? Questo blog è inserito nelle testate “La Repubblica-Espresso”. Ma non c’è nulla di strano nel fatto che un gruppo editoriale dia voce ad un blog pubblico. Come si vede, non sta succedendo assolutamente nulla di strano, nulla di cui preoccuparsi.

 

Un gruppo imprenditoriale si fa carico di dire pubblicamente ai medici come devono curare la gente? D’accondo, è self-marketing, ma com’è che i dirigenti sanitari delle strutture sanitarie interessate non obiettino niente? Le strutture sanitarie importanti hanno bisogno di fondi per la Ricerca e non è certo agli studi sull’omeopatia che verranno assegnati i prossimi stanziamenti europei. Ovviamente la Ricerca Scientifica ha le sue priorità, non c’è nulla di strano in questo, nulla di cui preoccuparsi.

 

E se, malgrado tutto, si volesse realizzare uno studio corretto sull’efficacia delle cure omeopatiche in una grande struttura? Il responsabile non avrebbe nulla da obbiettare a livello teorico, ma è del tutto chiaro che quello studio non si potrà fare. Come mai? Beh, l’Accademia Europea delle Scienze, di cui anche il responsabile fa parte, ha ultimamente prodotto un documento…

 

Vogliamo invece parlare di veterinaria omeopatica? Le industrie del biologico ne avrebbero un disperato bisogno. Ma non è un argomento mediatico.

 

Omeopatia applicata all’agraria? Gli agricoltori ne avrebbero disperato bisogno. Ma non glielo si deve far sapere.

 

La Finestra di Overton è ineludibile e non funziona da ora, oggi semplicemente gli abbiamo dato un nome, ma ha portato le masse alle crociate, ad accettare le ideologie, alle guerre mondiali. Poca cosa, in fondo, che oggi docilmente ci porti semplicemente ad accettare supinamente come dobbiamo essere curati ogni giorno.

La propaganda prodotta dalle istituzioni è il più importante mezzo per condizionare la gente.

Oggi avviene per via mediatica e va anche sotto il nome improprio di “informazione scientifica” il cui scopo, nella definizione di Piero Angela (che ne è in Italia il massimo interprete), è quello di rendere i cittadini docili alle scelte politiche.

L’unica arma è la consapevolezza individuale: capire quello che sta avvenendo mentre avviene e fare le nostre scelte con la propria testa.

 

 

 NOTE

[1] Il dottore Salvo Di Grazia è divenuto famoso, almeno fra gli addetti ai lavori, a causa della pubblicazione di un suo testo sull’Omeopatia sul sito della Fnomceo. Egli era già un blogger e recentemente questo suo lavoro ha assunto una più ampia collocazione nell’ambito del Patto Trasversale per la Scienza come responsabile del “settore Omeopatia”. Al di là dei suoi aspetti folkloristici, utilizzo qui una sua azione mediatica per trarre indicazioni sul disegno più complessivo a cui essa risponde.

 

[2] Il medico in questione è il dott. Alberto Magnetti che, di recente, è tornato incisivamente sulla questione sul suo blog: http://blog-appuntamento-con-l-omeopatia.it/smascherato-il-cartello-degli-untori-omeofobi/

[3] un paio di anni fa Jaume Costa (ECH) fece conoscere i risultati dell’indagine di mercato sul fatturato mondiale dell’Omeopatia da parte di questa compagnia, la Transparency Market Research Agency (https://www.transparencymarketresearch.com/pressrelease/homeopathy-product-market.htm). Un’analisi approfondita che ha esaminato i fatturati di aziende produttrici come:  Boiron Group, Heel, Nelson & Co Ltd, GMP Lab. of America, Standard Homeopathic Company (Hyland’s), Washington Homeopathic Products, Homeocan, Hahnemann Laboratories, Inc., Mediral International Inc., Ainsworths Ltd. Quelle italiane non sono state considerate. Ora, se nel 2015 il fatturato complessivo risultava di $ 386 milioni, nel decennio 2015-2024 la previsione di crescita era di 17 miliardi, cioè il 600%!

 

[4] Ciro D’Arpa, “OMEOFOBIA. Analisi dei documenti che affermano che l’Omeopatia è solo un placebo”, Nuova Ipsa Editore.

 

[5] http://digrazia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/11/04/le-ali-di-pipistrello-nel-crogiuolo-di-rame-nuove-prospettive-e-implicazioni-scientifiche/

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