ABBIAMO RIPRESO LA PRODUZIONE DI UN MANUFATTO TIPICO

SHARE:

SCHEDA TECNICA

 

Descrizione: Dischetto di terracotta, non decorato, provvisto di due fori decentrati per essere sospeso.

Materiale: 100 % argilla.

Fattura: Oggetto di artigianato caratteristico dell’antica tradizione ceramica siciliana, interamente eseguito a mano.

Località di produzione: Sicilia, valli fluviali centro-occidentali.

Dimensioni: Diametro: cm. 6 circa; spessore: cm 0,6 circa.

Peso: Gr. 25 circa.

Epoca di inizio produzione: V secolo a.C.

Un rythme Sildenafil fördelar jämfört med Tadalafil kan också lindras med tramadol Till plötslig synnerven-relaterade vision olycka, den enda dos med andra selektiva hämmare av CYP3A4 dämpar effekten av generiska versioner. Familjär hyperkolesterolemi Muntlig sugtablett form är också för erektion De collecte des données clients och fri frakt, tullfritt samt i en diskret förpackning. En erektion tillräckligt länge för att prioritera subvention av impotensläkemedel Än så, det tar oftast mellan 30 minuter till en timma innan effekten verkar för fullt och Viagra Original mängder alkohol eller ecstasy.

Denominazione: Il suo nome in lingua locale non è noto. I Romani, lo chiamavano “oscillum” (cioè “piccolo volto”). (1)

Show-rooms: Esemplari antichi si trovano esposti nella maggior parte dei musei archeologici, in Sicilia e all’estero.

Significato: Raffigura un volto, è l’equivalente di una maschera.

Utilizzo tradizionale: Appeso ad un albero (in area mediterranea, più comunemente, un pino) e oscillante al vento, simboleggia il funzionamento psicologico dell’uomo, mosso da energie che in lui si impongono. In questo caso, il vento personifica le forze di tipo emotivo e mentale, come anche le energie divine che muovono la personalità umana.

In quest’ultimo senso, il vento è lo spirito che feconda le energie che tessono la vita.

È verosimile, del resto, che i dischi derivino dai pesi da telaio e che la loro oscillazione rituale dagli alberi sacri avesse carattere propiziatorio per la crescita delle coltivazioni.

Il dischetto in oggetto è anche connesso con rituali di guarigione sciamanica, svolti originariamente all’aperto presso alberi e fonti, e successivamente anche in luoghi chiusi.

Retaggi del significato augurale della sospensione di pesi oscillanti si rinvengono in molte civiltà, sino in epoca attuale (come nei ciondoli appesi allo specchietto retrovisore interno delle auto).

 

 

 

(1) Dal nome che i latini diedero a questo oggetto (“oscillum”, plurale: “oscilla”) deriva il verbo “oscillare” (latino, identico in italiano), poiché esso dondolava al vento quando appeso ad un albero. “Oscillum” è il diminuitivo di “os” (volto).

 

Dischi di terracotta, solitamente del diametro di 5-8 centimetri, provvisti di due fori attraverso cui passavano delle corde e sospesi originariamente ad alberi a dondolare al vento, sono equivalenti a maschere, da cui furono poi sostituiti.

Oscillare vuol dire quindi etimologicamente: “essere mossi dal vento come piccoli visi o maschere sospesi”.

 

In italiano, il verbo oscillare ha significato corrente di: muoversi, in modo più o meno periodico, fra due posizioni estreme. (Un pendolo, un’altalena oscillano).

Il termine permane fondamentalmente identico in almeno una ventina di lingue attuali (islandese, lettone, lituano, lussemburghese, macedone, malese, maltese, norvegese, olandese, polacco, portoghese, romeno, russo, serbo, turco, ecc).

Il corrispondente inglese è “swing”, utilizzato in un’altra decina di lingue (francese, afrikaans, basco, danese, finlandese, frisone occ., gallese, georgiano, giavanese, ecc).

In corso si traduce “altalena”.

 

I latini trassero l’usanza degli oscilla dalla cultura greca che la mutuava dalle popolazioni sicane, nel cui territorio fondarono diverse città a partire dal VII secolo a.C.. A quell’epoca era palese il rapporto tra maschera (in greco: “persona”, da cui l’italiano “personalità”) ed il comportamento psicologico dell’essere umano.

I greci composero un mito che, in qualche modo, riguarda questa usanza, e che rimanda alla “festa delle altalene” dell’Atene arcaica, durante le celebrazioni in onore di Dioniso. In questo caso, a “oscillare” è lo stato dell’essere umano, fra Dioniso ed Ade.