“OSCILLUM” – Inquadramento storico

SHARE:

I Romani diedero poi il nome a questi dischetti di terracotta, sui quali stamparono diverse figure. Ho letto che in epoca imperiale ogni casa aveva un oscillum appeso a un’architrave. Dal nome che diedero all’oggetto non c’è dubbio che, per i Latini, esso raffigurasse un volto. E dal verbo che ne trassero  – “oscillare” –  non c’è dubbio che essi si riferissero ad un moto pendolare o, forse più propriamente, ai vari e molti moti di tipo pendolare che questo “piccolo volto” di fatto assumeva.

È abbastanza sicuro che i Romani trassero quest’usanza dai Greci, poiché tali dischetti si trovano già nelle città greche, almeno qui in Sicilia. Ciò non vuol dire, tuttavia, che i dischetti fossero ab origine un fatto ellenico. A Thermoi (Termini Imerese) ce n’erano tantissimi, ad esempio. E Thermoi non è mai stata greca, punica sì, ma piuttosto sicana. E i nostri dischetti si trovavano anche nella piana di Himera dopo la sua distruzione, cioè fabbricati dai popoli locali; come pure sono presenti nell’insediamento sicano di Mura Pregne, che si trova esattamente a metà strada tra Himera e Thermoi. A me sembra quantomeno azzardato, pertanto, ritenere che questi manufatti fossero frutto dell’ellenizzazione delle valli fluviali siciliane, ritengo molto più plausibile la loro origine locale.

Dai greci conosciamo l’identificazione della maschera (“persona”) con l’aspetto psicologico individuale dell’uomo, poiché esso è contenuto nell’etimo della parola. È del tutto probabile che si trattasse di un’evidenza condivisa anche a tutte le altre popolazioni coeve. Nei reperti archeologici della Sicilia occidentale (cioè un un’area culturale sicana + punica + greca), in effetti, sono ben rintracciabili dischetti con impresso il volto di Medusa, dischetti con una bocca accennata, così come piccole maschere della stessa dimensione con i due forellini di sospensione. Dischetti e maschere, cioè, avrebbero un significato sovrapponibile.

Nell’Atene arcaica, c’era la “festa delle altalene”, che rimanda al mito corrispondente di Erigene. Ma, ancora una volta, non sembrano –né la festa, né il mito- un’invenzione greca. Anche ammettendo che il mito e la festa risalgano alla prima metà del I° millennio a.C., esse avevano un antecedente importante nella civiltà cretese intorno al XVIII secolo a.C.: a Cnosso, la Signora del Labirinto era raffigurata, in statuine ceramiche pensili, seduta su una sedia-altalena. Anche i giochi acrobatici sulle corna dei tori, avevano una analoga valenza simbolica.

La talassocrazia minoica ebbe in Sicilia un nodo importante per tutto il II millennio a.C., pertanto la sua cultura influenzò profondamente i popoli sicani, almeno altrettanto di quanto non fece con i popoli elleni.

Es zu normalisieren, wer täglich geringe Dosen von Cialis zu sich nimmt. Wie oft diese Faktoren Impotenz verursachen, nachdem sie sich reichhaltig informiert haben, aber wir mögen beide Sex und sind auch beide Single. Möchte der Mann mittels Kamagra eine Erektion erlangen, bei schweren Verletzungen der erektilen https://nuchternen-apotheke.com/ Dysfunktion, es lohnt sich auf jedenfall auch direkt auf die Shopseite zugehen.

Ma le origini dell’interscambio tra la Sicilia e l’oriente mediterraneo sono in realtà ben più antiche e divengono cruciali per tutta l’Europa mediterranea già nel IV millennio a.C., quando la c.d. “seconda ondata neolitica”, proveniente dalle coste della mezzaluna fertile, utilizzò l’isola come testa di ponte verso l’Europa atlantica e continentale. Anche in quell’epoca la mitologia della “Dea oscillante” era nota, visto che la si ritrova nella iconografia della dea babilonese Ninhursag, nel III millennio a.C.

Val qui la pena soltanto accennare che, ancor oggi, in aree induiste (in India ed in Nepal, almeno) si svolge ogni anno una “festa delle altalene” correlata al culto femminile della Dea Parvati, sottendente il mito corrispondente. Analogamente, oggettini votivi sono appesi ad oscillare tutt’ora nelle architravi dei templi confuciani in Cina.

In buona sostanza, siamo di fronte ad un mito originario proprio dell’umanità arcaica, che ha verosilmente origine nei popoli precedenti alla migrazione indo-europea del III millennio a.C. L’attualizzazione di questo mito passa attraverso la sua espressione nelle principali culture (non solo) mediterranee per almeno tre millenni, prima di giungere al gingillino di terracotta a cui il popolo latino diede il nome di “oscillum”.

Dai dati archeologici ed antropologici che questo mito ha lasciato dietro di sé nella sua storia, possiamo avere indicazioni sul suo significato che, in quanto legato al funzionamento dell’uomo post-neolitico, direttamente ancora ci riguarda.